Il settore dei servizi di sviluppo (Development Services – DS) in Polonia, dedicato alla formazione e all’aggiornamento delle competenze degli adulti, sta vivendo un periodo di forte cambiamento. La trasformazione digitale, la crescente richiesta di corsi online e l’attenzione alla qualità della formazione stanno ridisegnando un comparto che, pur restando frammentato e dominato da microimprese, sta mostrando segnali di maturità e voglia di innovare.
Un’analisi approfondita arriva dal report “Progress, Innovation and Management in the Development Services Sector” (2024), che traccia una mappa dettagliata di questo mondo, fornendo spunti interessanti anche per le aziende italiane che vogliono creare sinergie o aprirsi a collaborazioni con la Polonia.
Un settore stabile ma in movimento
In Polonia, la maggior parte delle aziende di formazione sono piccole: ditte individuali o microimprese, spesso attive a livello locale o regionale (rispettivamente 27% e 37%). Tuttavia, il 71% di queste realtà opera da più di cinque anni, dimostrando una certa solidità e capacità di adattamento.
I servizi offerti sono principalmente corsi di gruppo e workshop (80%), seguiti da formazione individuale (72%), con un’ampia varietà di temi, dal management alla cultura, fino allo sviluppo personale.
Chi innova e chi rimane tradizionale
Il report distingue cinque profili di aziende:
- Change Leaders (16%), ossia quelle che sperimentano nuove tecnologie come intelligenza artificiale e realtà virtuale, con una visione nazionale o internazionale.
- Strategic Innovators (24%), che innovano in modo selettivo e strategico.
- Pragmatiche (18%), che adottano solo soluzioni capaci di dare un ritorno concreto.
- Aspiranti (15%), ancora agli inizi nel percorso di innovazione.
- Tradizionali (27%), che si affidano a metodi classici e non avvertono l’urgenza di cambiare.
Questa segmentazione mostra chiaramente come il settore sia diviso tra pionieri e realtà che si muovono con cautela.
Le innovazioni in corso
Negli ultimi 12 mesi, quasi la metà delle aziende (45%) ha introdotto almeno un’innovazione. La più frequente riguarda la creazione di nuovi corsi e servizi (37%), seguita da iniziative di marketing (28%) e cambiamenti organizzativi (27%).
Le tecnologie digitali stanno acquisendo un ruolo sempre più centrale. Il 75% delle aziende offre o intende offrire formazione online, sia in diretta (webinar) sia con contenuti registrati. Tra gli strumenti più utilizzati troviamo le simulazioni online e il video-learning (34%), mentre il 26% fa già uso di AR/VR. L’intelligenza artificiale è ancora agli inizi (14%), ma quasi una azienda su cinque prevede di introdurla nel 2025.
Un altro tema emergente è quello delle micro-certificazioni digitali (micro-credential): attestati digitali che certificano competenze specifiche acquisite in corsi brevi. Più della metà delle aziende conosce questo strumento e il 71% già lo utilizza, un dato che si prevede crescerà ulteriormente.
Come si organizzano le aziende del settore
Le imprese DS non solo formano i propri clienti, ma investono anche nella crescita interna: l’84% ha organizzato corsi per i propri dipendenti nell’ultimo anno. Due aziende su tre valutano l’efficacia dei servizi offerti attraverso questionari e interviste, dimostrando un’attenzione crescente alla qualità.
Interessante anche il dato culturale: circa il 30% delle aziende ha sviluppato una vera e propria “cultura dell’apprendimento”, puntando sulla formazione continua del personale e sulla capacità di adattarsi velocemente ai cambiamenti.

Le tendenze del futuro
Guardando ai prossimi tre anni, le aziende DS polacche prevedono cambiamenti profondi:
- Più corsi online e blended learning, che combinano aula e digitale.
- Più attenzione alla certificazione e validazione delle competenze, con un ruolo centrale delle micro-credential.
- Maggiore sensibilità verso la gestione della diversità e dell’inclusione, con corsi pensati anche per lavoratori stranieri o più anziani.
- Un cambiamento di approccio, con maggiore enfasi sull’apprendimento attivo, cioè su percorsi che mettono al centro il partecipante piuttosto che la lezione frontale.
Le competenze più richieste saranno l’analisi dei bisogni formativi (71%), l’uso delle nuove tecnologie (70%), la leadership e la gestione (68%) e le metodologie didattiche avanzate (63%).
Cosa significa per le aziende italiane
Questo scenario offre importanti opportunità di collaborazione per le imprese italiane, soprattutto per chi opera nei settori:
- e-learning, piattaforme digitali e LMS,
- realtà aumentata e virtuale applicata alla formazione,
- consulenza formativa, certificazioni e qualità,
- creazione di contenuti multimediali e corsi personalizzati.
L’Italia, con la sua lunga tradizione nella formazione professionale e nell’innovazione didattica, può diventare un partner strategico per le aziende polacche che vogliono modernizzare la loro offerta. Esiste anche spazio per sviluppare progetti congiunti tra università, centri di ricerca e imprese delle due nazioni, rafforzando i legami tra filiere industriali.
Fonte
Questo articolo si basa sul report “Progress, Innovation and Management in the Development Services Sector” (2024), curato da Wojciech Kubica, Dorota Micek e Barbara Worek.